I SEGRETI DI SILENTE – Analisi completa del disastro

Titolo: I Segreti di Silente
Anno di produzione: 2022
Casa di produzione: Warner Bros. PicturesHeyday Films
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
Sceneggiatura: J. K. Rowling, Steve Kloves
Regia: David Yates

Iniziamo subito col dire che I segreti di Silente è un film non classificabile, non è possibile darne una valutazione per il semplice fatto che il film non c’è, non esiste. La sua sceneggiatura non c’è, non esiste. Quando si scrive un film ci sono dei passaggi attraverso i quali si arriva al copione definitivo, uno di questi si chiama ‘scaletta’. Molto intuitivamente altro non è che una lista, un elenco più o meno esteso di quelle che poi in fase di scrittura vera e propria del copione diverranno le scene.

I Segreti di Silente è, di fatto, la messa su pellicola di una scaletta, non di una sceneggiatura; le scene veramente presenti all’interno del film sono rarissime, una ad esempio è quella in cui ci viene presentato il personaggio di Lalli Hicks, per altro la scena in sé è abbastanza debole per il fine che si propone.

È un po’ come se noi andassimo al supermercato e cominciassimo a mettere nel carrello della cioccolata fondente, della farina doppio zero, dello zucchero, del burro, della vaniglia, della confettura di albicocche e della panna fresca liquida. Poi con questo carrello ci avventurassimo verso la cassa e il cassiere col quale abbiamo una certa confidenza ci dicesse: “Beato te che ti fai la sachertorte”.

Ora supponendo che la nostra intenzione fosse stata quella di recarci al supermercato con la nostra lista della spesa per acquistare gli ingredienti della sachertorte, dobbiamo ammettere che con quegli stessi ingredienti probabilmente potremmo farci anche altre cose. Non usarli tutti insieme, oppure riempire semplicemente degli spazi rimasti vuoti nella nostra dispensa. Ecco I segreti di Silente sono il carrello riempito dall’elenco fatto dagli sceneggiatori: la scaletta; e noi che abbiamo visto il film siamo il cassiere che guardando quello che passa sul nastro della cassa o meglio della pellicola intuiamo che probabilmente ci stiamo accingendo a vedere una sachertorte. Il problema vero e proprio, però, è che noi la torta non la vediamo.

Eppure, gli ingredienti sono davvero ottimi, la saga di Animali Fantastici ha delle punte di assoluto genio narrativo. Ma allora cosa è successo? Iniziamo col dire da fan che J. K. Rowling – dopo aver apprezzato la saga di Harry Potter con annessi e connessi, il romanzo Il seggio vacante di narrativa generale, e i quattro romanzi gialli firmati con lo pseudonimo di Robert Galbraith – il genio narrativo lo ha seriamente dimostrato. Perché questo elenco di opere così diversificate l’una con l’altra? Perché tale diversificazione è parte del problema. Aggiungiamo un aspetto. Tutta la costruzione del mondo magico, infatti, così come è stato creato e pensato è assolutamente innovativa rispetto a qualsiasi altra costruzione di mondi creati dagli scrittori in precedenza. Il mondo creato dalla Rowling ha una peculiarità che gli altri mondi non hanno. Ed è proprio questa peculiarità che ha fatto sì che Harry Potter esplodesse a livello planetario. Lo spiega Simone Regazzoni nel suo libro La filosofia di Harry Potter. C’è un dato che l’autore riprende: nella prigione di Guantanamo dopo il Corano il libro più letto è Il prigioniero di Azkaban e non è assolutamente un caso.[1]

Questo la dice lunga sul suo fondamento innovativo e assolutamente immanente anche rispetto alla situazione che l’occidente sta vivendo. Nel mondo creato dalla Rowling c’è qualcosa che va a riempire, a colmare un bisogno intrinseco rispetto a un qualcosa che la società occidentale rischiava di perdere prima, ha poi perso e oramai pensiamo abbia definitivamente accantonato. Quanto costruito dalla Rowling poggia su una parola, una parola molto molto semplice, una preposizione semplice ed è la preposizione TRA. Basti pensare a due cose: la prima che l’espresso per Hogwarts si trova TRA il binario 9 e il binario 10; la seconda che la casa della famiglia Black in Grimmauld Place si trova TRA il numero 10 e il numero 13 ed è visibile solo all’Ordine della Fenice.[2] Il motivo che va al di là degli aspetti tecnico-narrativi della debacle della saga di Animali fantastici è che rispetto a quella di Harry Potter ha qualcosa in più, cioè sposta decisamente in avanti fino al limite massimo quel TRA che è stato fondato nella saga di Harry. Come spiega Regazzoni il mondo magico della Rowling non è un mondo che risiede nella fantasia del lettore, ma è un mondo immanente. È realmente presente nel mondo reale. Il suo essere TRA qualcosa e un altro indica il fatto di esserci. Il TRA indica il fatto che è invisibile, ma esistente… realmente presente nel mondo reale. E in Animali Fantastici questo essere TRA è ancora più spinto rispetto alla saga di Harry Potter.

Dicevamo della struttura narrativa della saga di Animali fantastici, quello che dobbiamo fare è andare a cercare qual è il pavimento sopra il quale tutta la struttura si regge. Questo pavimento lo troviamo all’inizio del secondo capitolo cioè I crimini di Grindelwald. Qui abbiamo la comprensione di quella che è tutta la struttura di tutta la saga ed è una struttura assolutamente geniale. Dobbiamo per forza partite dall’analisi de I crimini di Grindelwald per poi passare a I segreti di Silente, altrimenti non capiamo bene il disastro che c’è sotto; questo perché la struttura è la stessa. E quindi gli stessi medesimi, identici problemi. Attenzione la struttura è la stessa, non gli elementi posti sopra la struttura. Diremo di più, il passaggio da una all’altra è decisamente geniale ed è veramente un peccato vedere buttato via un tale materiale diegetico che poteva dare veramente vita a un capolavoro.

Probabilmente c’è bisogno di un regista differente come dicono molti, probabilmente c’è bisogno di affiancare alla Rowling sceneggiatori con la esse maiuscola, probabilmente c’è bisogno anche di una produzione differente; vero è che è stato buttato alle ortiche qualcosa di molto, molto prezioso anche e soprattutto a livello metaforico.

Andiamo all’inizio de I crimini di Grindelwald esattamente al minuto 18:15, la scena che nello screenplay che è stato pubblicato è identificata come scena 29. Silente e Newt stanno dialogando e si accingono a entrare in un autobus fermo. Attenzione qui perché quello che dice Silente è il fondamento di tutta la saga di Animali fantastici. Silente avverte Newt che Credence è a Parigi con lo scopo di rintracciare la sua vera famiglia e gli chiede anche se ha sentito delle voci su chi Credence è realmente.

Dopodiché quando salgono sull’autobus fermo Silente dice: “I purosangue pensano che sia l’ultimo di un’importante stirpe francese un bambino che tutti davano per disperso.” Newt risponde: “Non il fratello di Leta?” E qui la battuta fondamentale di Silente: “Questo si mormora e purosangue o no io so questo: uno obscurus cresce in assenza di amore. È un gemello oscuro. È l’unico amico. Se Credence ha un vero fratello o sorella che possa prenderne il posto lui si può ancora salvare. Noi non sappiamo ancora chi è, ma lo dobbiamo trovare.”

Questa battuta è fondamentale perché è l’architrave sul quale poggia tutta la saga di Animali fantastici. A questa battuta però dobbiamo aggiungerne un’altra, un’altra che troviamo in una scena tagliata sempre di dialogo tra Newt e Silente. Newt domanda a Silente: “Allora dimmi perché mi hai mandato a New York?” E Silente risponde: “Perché sapevo che Grindelwald avrebbe cercato di catturare Credence. Ha avuto una visione molti anni fa in cui uno obscuriale uccideva l’uomo che teme di più di ogni altro.” E ovviamente l’uomo che teme di più di ogni altro è Silente stesso.

La cosa interessante è: perché questa battuta è stata tagliata? Il fatto che questa battuta sia stata tagliata ci dice il motivo per cui la saga sta affondando. Pertanto, noi consideriamo la battuta di Silente per intero, quindi comprendendo anche la battuta che è stata tagliata, e la dividiamo in tre parti e le analizziamo tutte e tre per bene iniziando dalla prima parte.

La prima parte è questa: un obscurus cresce in assenza di amore, è un gemello oscuro, è l’unico amico. Allora chi è Credence? Chi è Credence lo sappiamo dal primo film: è un orfano. Per la condizione metafisica di orfanezza usata spesso in letteratura vi rimandiamo all’analisi che abbiamo fatto del film E’ stata la mano di Dio perché anche lì viene trattato un aspetto molto, molto simile. Cos’è un obscurus? Un obscurus è un ente distruttivo che nasce all’interno di un mago, quando il mago è ancora piccolo, quando inizia a scoprire i propri poteri magici e in due modi. O il piccolo mago non riesce bene a gestire questa cosa nuova, quindi, non riesce bene a controllarla e se ne spaventa (repressione interna), oppure se subisce una repressione dall’esterno. Questo è il senso della mancanza, la mancanza di amore.

L’obscurus quindi è un male interno diverso dal mago (entità altra rispetto al Sé) che ha un potente impeto distruttivo. Il problema, quindi, è un’assenza di amore, quindi un’assenza di amore sia verso sé stessi: l’incapacità di poter gestire quelle che sono le proprie emozioni, i propri talenti, le proprie capacità, le proprie incapacità. Ma anche l’assenza di amore che viene ricevuta dall’esterno quindi a mezzo di una repressione.

Tanti sono i paralleli che si possono fare con situazioni psicologiche che partono dall’infanzia e si reiterano o si ingrandiscono poi in adolescenza. Questa frase “cresce in assenza di amore” ci dà l’indicazione di quale sia la struttura del film I crimini di Grindelwald. Perché c’è una scena tagliata anche questa molto bella, nella quale si vede chiaramente che Credence e Nagini sono una coppia, cioè sono innamorati. Nella scena veramente bella si trovano loro due sui tetti di Parigi, e quello che accade, che vediamo, è che Credence è in grado di controllare, di gestire il proprio obscurus. Lo fa uscire dalla mano e questa nube densa nera si libra sopra i tetti di Parigi senza nessun potere distruttivo. Ma la cosa più bella, la cosa più interessante è che nel rientrare nella mano di Credence attraversa il torace di Nagini. Nagini cioè fa esperienza di quella che è la maledizione di Credence, la percepisce, la sente senza che questa maledizione a lei nuoccia. Non c’è per lei, non c’è in questa relazione di amore nessun posto per il potere distruttivo dell’obscurus.

Ma perché l’amore tra Nagini e Credence? Beh, perché Nagini è vittima, tra virgolette, di qualcosa di molto simile ad un obscuriale. Lei è una maledictus cioè sede di una maledizione esattamente come lo è Credence. La sua è diversa, lei si trasforma in un serpente momentaneamente poi ritorna donna fino a un giorno in cui sarà solo e soltanto serpente. Quindi questa assenza d’amore viene colmata da qualcuno che ha la stessa identica comprensione del tuo problema.

Vivendo Nagini una maledizione simile, comunque una maledizione, così come la vive Credence può amare Credence e viceversa Credence può amare Nagini. Non solo, ma il fare l’esperienza della sofferenza dell’altro è possibile perché il riempimento dell’assenza di amore avviene per empatia. È un amore che comprende, cioè prende con sé quello che è il problema effettivo/affettivo dell’altro, quello che è il sentire negativo dell’altro al punto tale che si riesce a farsene attraversare senza esserne colpiti.

Però se ne fa esperienza. Nagini sa cosa Credence prova e Credence allo stesso modo può sapere cosa Nagini prova. Perché quando Credence è nella sua forma di rabbia violenta in cui lo obscurus prende il sopravvento in lui avviene una sorta di trasformazione così com’è la trasformazione in serpente per Nagini. E sono entrambi fenomeni da baraccone per la società perché sono nel circo. C’è un’altra scena tagliata nella quale si vede come Credence leggendo una locandina del circo prende conoscenza di questo luogo. Lo intravede come un suo luogo, perché anche il circo è un luogo del TRA.

Ecco questo è il fondamento strutturale de I crimini di Grindelwald: l’amore di coppia, ma l’amore di coppia empatico, l’amore di coppia che è capace di prendere con sé quindi comprendere quello che è la parte negativa dell’altro. E questa coppia, la coppia che noi troviamo nella scena tagliata sui tetti di Parigi dall’alto fa da specchio, da riflesso alle altre coppie che sono all’interno del film.

Quali sono dunque le altre coppie: le altre coppie sono Jacob e Queenie, Newt e Tina, Theseus e Leta Lestrange, a queste bisogna aggiungere il triangolo tra Theseus, Leta e Newt. Ognuna di queste coppie ha un obscurus che deve affrontare, proiezione dell’obscurus che c’è tra la coppia principe di questo capitolo cioè Credence e Nagini.

Proviamo ad analizzare la prima coppia Jacob e Queenie, l’obscurus che devono affrontare loro due è il fatto di non poter sposarsi stando a quelle che sono le regole. Questo è il motivo principale per cui Greendelwald riesce ad avere appeal su Queenie. Ma chi è l’”obscuriale” tra Jacob e Queenie, beh è Queenie perché è Queenie che si scontra contro una sorta di repressione esterna che le impedisce di coronare il suo sogno, cioè sposare Jacob.

Attenzione perché qui sta il fondamento per il quale poi ne I segreti di Silente Jacob verrà riconosciuto come colui che ha la pienezza di cuore a differenza di Silente che avrà la purezza di cuore. Cosa accade, allora, Queenie si deve scontrare con questa repressione che le impedisce di coronare il suo sogno e questo genera il fatto di approcciarsi a Grindelwald e quindi ai piani di Grindelwald. Cioè questo fa sì che la parte di Queenie che non accetta la regola, che vuole ottenere ciò che desidera lo faccia con l’istinto di un obscurus motivo per il quale si schiera dalla parte di Grindelwald.

La cosa interessante è proprio questa: l’obscurus di Queenie è quello di ottenere comunque ciò che vuole anche se quello che vuole va in contraddizione con il modo, il mezzo con cui ottenerlo. Cioè avere ciò che in realtà lei già ha, quindi l’amore di Jacob, senza avere Jacob. Per poterlo avere in modo completo e definitivo deve possederlo e per possederlo non c’è altra strada che aderire all’azione di Grindelwald. Queenie deve possedere la libertà di Jacob.

Non è un caso quindi che all’inizio del film quando i due appaiono presentandosi a Newt, Jacob sia sotto l’effetto di un incantesimo da parte di Queenie.

Perché Jacob viene definito come pienezza di cuore? Perché Jacob rispetto ad altri babbani, ad altri non maghi, accetta che ci sia una realtà altra rispetto a quella immanente. Una volta che ha conosciuto il mondo magico accetta il mondo magico: è l’opposto di Grindelwald in realtà. L’opposto di Grindelwald in tutta la saga è Jacob. Per questo piace molto, perché Jacob accetta che vi sia al mondo, altro, un mondo magico, ma di fronte al fatto che non può avere Queenie pur amandola è in grado di rinunciare. C’è al centro di Jacob il principio del sacrificio, principio del sacrificio che vedremo più avanti è il nucleo centrale della seconda parte della battuta di Silente.

Chi ama si sacrifica. Chi ama è in grado di sacrificare anche il proprio amore. Per questo verrà definito ne I segreti di Silente colui che è pieno di cuore, perché non c’è spazio all’interno di sé stesso di nessun tipo di obscurus. Vedremo poi la differenza con Silente puro di cuore che è diverso.

Andiamo a vedere l’altra coppia. L’altra coppia è Newt e Tina. Qual è l’obscurus in questo caso, sorpresa delle sorprese, qui l’obscurus è posseduto da Newt. Newt è completamente dedito al suo lavoro. Per lui è anche una missione, per cui tutto il suo amore, tutte le sue attenzioni vengono rivolte verso gli animali fantastici. Tant’è che non si accorge neanche che un’altra persona è innamorata di lui: la sua assistente.

Qual è allora il compito di Tina? Qual è il compito di Jacob? Qual è il compito di Nagini? Il loro compito è quello di comprendere la parte obscuriale, l’obscurus, dell’altro per guarirlo: questo è il senso di questo capitolo della saga. Jacob ci riesce lo sappiamo ne I segreti di Silente e ci riesce proprio con questo, con la sua capacità di riuscire a rinunciare, quindi a sacrificarsi; perché il sacrificio è la forma eccellente di lotta.

Qual è allora il compito di Tina? Tina riesce a prendere, quindi comprendere, qual è il obscurus di Newt: il fatto che tutto il suo amore, tutte le sue attenzioni sono riversate sugli animali fantastici. E per quale motivo Tina riesce a stanare Newt e quindi a portare un po’ di amore anche al di fuori degli animali fantastici e quindi verso di lei?  Beh Newt comincia ad avere dei sentimenti e decide in qualche modo di confidarsi con Jacob e di dire a Tina che lei ha gli occhi di una salamandra. Rivede in Tina qualcosa del suo mondo. Jacob giustamente gli dice: “No guarda è meglio che non dici niente.” (Cambiamo il copione perché questa cosa non va tanto bene.) Quando Newt e Tina si ritrovano da soli dentro gli archivi magici Newt si ricorda che forse è meglio che non dica a Tina che ha gli occhi di una salamandra, ma lo dirà Tina stessa e questo è fondamentale. Tina anche, leggendo degli animali fantastici, rimane colpita dalla caratteristica degli occhi della salamandra e sarà Tina stessa a continuare la frase di Newt che si interrompe ricordando il monito di Jacob. “Hai gli occhi di una salamandra.”

La comprensione di quello che Newt prova, di quello che è la passione, la missione e il lavoro di Newt riesce a spostare parte di quell’amore di Newt su Tina. È ancora all’inizio, non è ancora tutto, ma è già qualcosa.

E adesso andiamo ad affrontare un triangolo: l’ultima coppia Theseus e Leta. Qual è l’obscurus in questa coppia? Entrambi, per questo è un triangolo, nella coppia entra anche Newt. Analizzare questo triangolo significa analizzare Animali Fantastici.

Quello che accade qui è che l’obscurus di Leta è il fatto di sentirsi responsabile. Il senso di colpa per la morte del fratello Corvus, avendolo scambiato sulla nave che li portava negli Stati Uniti, poco prima che questa affondasse. Da qui l’equivoco per cui il bambino che Leta ha preso per scambiarlo con suo fratello Corvus è in realtà Credence.

Questo senso di colpa nella piccola Leta ha generato uno “obscurus”, ha generato un pensiero vivente profondo e distruttivo, distruttivo del Sé che Leta si porta e si è portata appresso fino all’età adulta. Ci sarebbe stato qualcuno in grado di aiutarla? Probabilmente no! Perché se Leta non si apre a volere in qualche modo scagionarsi, liberarsi da questo senso di colpa è difficile che qualcuno possa fare qualcosa. La totale mancanza di amore del padre che si riversa tutto sul secondo figlio Corvus la segna in modo profondo.

Però ai tempi di Hogwarts, e qui il film ci dà il flashback, ai tempi di Hogwarts Leta sentiva qualcosa di particolare per Newt, ma da dove nasce questo sentimento? Nasce dalla scena che vediamo. Newt sta facendo una cosa, e qui il parallelo interessante con quello che anche Credence fa, cioè si prende cura di un pulcino, di un piccolino ed è un piccolino di corvo. Perché sotto questo triangolo ce n’è un altro, c’è il triangolo tra Newt, Credence e Leta. Chi è il piccolino di corvo di cui prendersi cura? È proprio Leta Lestrange. Colei cioè che ha chiuso nel suo cuore un senso di colpa talmente forte, talmente dirompente da poter essere distruttivo.

Leta vede che Newt si preoccupa molto di accudire questo pulcino e la relazione pertanto si interrompe lì, non va avanti. Leta non è Tina, non riesce a scardinare Newt da questa forma di accudimento, perché lei non riesce a essere il pulcino da accudire.

Newt prova una volta e consegna il piccolo di corvo che sta male nelle mani di Leta, il massaggio è: sei tu!

Prova una seconda volta e consegna nelle mani di Leta il piccolo Pickett che si fa avvicinare solo da chi si fida, il massaggio è: occorre fiducia.  

Il suo senso di colpa è talmente forte, talmente ingombrante, talmente distruttivo che è come se dicesse a sé stessa e agli altri: nessuno può accudirmi così come Newt accudisce questo pulcino di corvo. Però il sentimento c’è e c’è proprio per questo motivo, per il bisogno di accudimento, per il bisogno cioè di avere qualcuno che comprende il proprio obscurus; motivo per il quale Leta si rivolge verso qualcuno che è molto simile a Newt perché fratello, ma molto differente perché è l’opposto del fratello. In qualche modo attraverso l’amore per Theseus Leta vuole riacchiappare quel Newt che non si fa acchiappare, quindi quell’accudimento verso sé stessa. Lasciando, però, che la parte oscura di sé rimanga lì intoccata a lavorare.

In una scena bellissima prima che Leta va a combattere con Grindelwald lei si gira. E in una inquadratura molto bella dove sia Newt che Theseus, prima Newt che Theseus sono posti in diagonale rispetto all’inquadratura stessa si sente da lontano il ti amo di Leta, ma a chi è rivolto? E qui se quella scena benedetta di Nagini e di Credence non fosse stata tagliata il parallelo sarebbe stato perfetto.

Perché quel ti amo di Leta è quella liberazione dello obscurus così come ha fatto Credence sui tetti di Parigi. Credence sui tetti di Parigi ha liberato l’obscurus dalla sua mano, e poi questo ha attraversato nel tornare il torace di Nagini. Ebbene Leta libera per l’ultima volta il suo grido di amore, di bisogno di amore, lo grida verso entrambi i fratelli. Quel ti amo attraversa il torace di Theseus per colpire direttamente il torace di Newt. Distruttivo nel primo caso, cioè via ciò che surrogato, via ciò che è altro da quello di cui ho bisogno. Theseus, che sì è molto più rassicurante, è un auror, è più deciso, è più quadrato, è più pragmatico, ma via ciò di cui non ho bisogno per andare a centrare quello di cui ho bisogno: come Newt accudisce quel pulcino.

Il sacrificio di Leta fa da ponte tra la prima parte e la seconda della battuta di Silente. “Un obscurus è un gemello oscuro, è l’unico amico.” In Leta il suo ‘obscurus’ veramente era l’unico amico, l’unico in grado di restituirgli, nel senso proprio letterale, di metterle sempre davanti agli occhi la mancanza di amore che l’ha colpita e dalla quale ha accettato di farsi colpire. La stessa cosa vale per Credence per il quale Silente dice: “Se Credence ha un vero fratello o sorella che possa prenderne il posto lui si può ancora salvare.” Nella parola vero non c’è il fatto di essere fratello o sorella di sangue, ma il vero fratello è colui che dà la vita. Ed è quello che farà Leta Lestrange attaccando direttamente Grindelwald, sacrificando sé stessa nella speranza di ricomporre il senso di colpa, affinché dopo ‘aver ucciso’ Corvus almeno Credence si possa salvare.

Ma Grindelwald allora chi è? Grindelwald è colui che prende l’obscurus di queste quattro coppie, che sono l’immagine degli obscurus che a vario grado possono colpirci tutti, per tramutarli in consensi verso sé stesso, fagocitandone l’aspetto distruttivo da unire al suo e diventare più forte.

E fino a qui, messa in questi termini la storia regge, sia a livello simbolico che tecnico. Ma allora che cosa è successo?

Quando si compone una narrazione, salvo alcuni casi particolari, e qui non ci troviamo in questi casi particolari, il main plot (la linea narrativa principale) deve essere uno. E uno soltanto. Quando ve ne sono due è un bel problema, anzi un bel guaio. Occorre scegliere. Ecco il focus della narrazione de I crimini di Grindelwald è essenzialmente quello che abbiamo raccontato fin qui. Questa è la struttura, questo è il main plot.

Stando così le cose Credence avrebbe dovuto scegliere Grindelwald per un motivo diverso. Vediamolo da vicino questo motivo. Le coppie si scoppiano, ciascun ‘obscuriale’ della coppia deve fare la propria scelta: seguire o meno il proprio obscurus. Queenie e Credence seguiranno il proprio obscurus. Per quale motivo? Per ottenere amore, facendosi giustizia o vendetta e non per ottenere identità. L’amore di Nagini non è sufficiente, così come non lo è quello di Jacob per Quennie, a superare l’ingiustizia subita.

Il modello vero, quello che regge è la coppia Newt e Tina, vera protagonista della saga. Questa coppia incarna in pieno l’amore del TRA. Newt inizia a comprendere che vuol dire amare qualcuno che non è del suo ‘mondo’ e Tina comprende l’amore di Newt per il suo ‘mondo’. Amore che non può essere dato a Newt dalla sua assistente, ad esempio, perché lei è già parte del suo stesso mondo, ci vuole qualcuno che comprende, ma che è fuori per stanare Newt dalla sua confort zone.

Questo è il main plot. E se a questo main plot ne opponiamo un altro facciamo disastri. Il focus che viene opposto è quello della identità di Credence. Non scegliendo tra i due focus il film e la saga diventa una gigantesca altalena trai due. Amore contro identità. Alternando tecniche di narrativa generale con quella del racconto giallo. Infatti, la narrazione di un giallo prevede che tutto sia incentrato su: chi è l’assassino? Scoprirne l’identità è l’essenza di un giallo e difatti alla fine sappiamo il suo nome.

Questo è il motivo del cliffhanger, cioè della sospensione finale, avvenuto attraverso una sorta di colpo di scena.

Entriamoci meglio in questo disastro. La terza parte della battuta di Silente quella che è stata tagliata ci avrebbe informato della visone di Grindelwald, dell’obscuriale che uccide Silente. Il fatto che sia stata tagliata ci dice che la narrazione principale verteva sull’amore e non sulla identità.

Se il problema è la vera identità di Credence noi iniziamo a raccontare un’altra storia.

Pensate a tutte le narrazioni in cui un orfano o un adottato va alla ricerca del proprio passato, dei propri genitori, per quale motivo lo fa?

Per spiegare meglio la cosa proviamo a vedere come si costruisce un colpo di scena.

Prendiamo come esempio la saga di Guerre Stellari, quindi la famosa rivelazione per la quale Luke Skywalker è il figlio di Darth Fener. Un colpo di scena magistrale. Affinché funzioni noi dobbiamo avere prima l’informazione che Luke è orfano. D’altro canto, questa informazione non deve essere per noi fondamentale, non dobbiamo pensare che sia così importante sapere chi è il padre di Luke Skywalker. E per fare questo Obi Wan dirà a Luke stesso che è stato proprio Darth Fener a uccidere il padre. Informazione che non è del tutto falsa. C’è bisogno quindi di una costruzione delle informazioni fatta in modo tale che quelle decisive siano parzialmente mancanti. E allo stesso tempo siano da ritenere chiuse o non importanti. Poi bisogna decidere quando dare l’informazione, chi lo fa e come. Volendo fare una riscrittura di quella parte di Star Wars non si potrebbe trovare un sistema migliore perché l’informazione ‘chi è il padre’ viene data dal padre stesso Darth Fener e nel momento in cui quest’ultimo è a duello con il figlio. Non solo, viene data quando Luke si trova in seria difficoltà appeso ad un traliccio con il vuoto sottostante. Nel momento di massima crisi l’informazione va a dare il colpo di grazia. Perfetto. Il colpo di scena serve non soltanto a sorprendere il lettore o lo spettatore, ma anche e soprattutto a illuminare la storia. Il senso del colpo di scena è quello di gettare una luce interpretativa che copre di nuovo significato tutti i significanti che sono stati seminati dallo scrittore fino a quel momento.

Nel caso invece dei crimini di Grindelwald ci troviamo di fronte a qualcosa di completamente diverso, noi non abbiamo l’informazione pregressa che all’appello dei tre fratelli Silente ne manchi uno. Perché?

Perché non è un colpo di scena di narrativa generale è la soluzione di un giallo.

L’investigatore che raccoglie davanti a sé tutti i possibili indiziati ci svela il nome dell’assassino. Qui il punto non è se Grindelwad mente o meno, perché noi non stiamo spiando la finestra del vicino per cui non riusciamo a capire tutto di quello che accade non sentendo bene o non vedendo bene. Il lettore-spettatore non è fuori della storia è dentro la storia che gli viene raccontata. Proviamo a immaginare questo: vi raccontiamo la storia di una dozzina di ragazzi che vanno in viaggio e si ritrovano in un albergo molto piccolo. Uno di loro viene ucciso.

Scopriamo che all’interno dell’alberghetto c’è anche un investigatore con il suo aiutante. L’investigatore chiude tutte le porte fino a quando non risolve il caso e alla fine vi diciamo per bocca dell’investigatore stesso che l’assassino è un certo Aurelius Asciadilegno ovverosia il boscaiolo. Senza avervi mai informato che l’alberghetto si trova dentro un bosco curato da un boscaiolo.

Il problema è stato dare un nome preciso a Credence: Aurelius Silente. Questo fa pensare che si tratti della tecnica di un giallo. È un po’ come se Robert Galbraith avesse preso le redini della storia al posto di J. K. Rowling.

Tagliare quindi le due scene che abbiamo visto è indicativo dell’incertezza su dove puntare il focus dell’intera narrazione. Intersecandoli entrambi.

Si poteva risolvere la cosa anche confondendo i focus? Si, non è ottimale, ma si poteva. Bastava non dare il nome esatto. Magari in una scena in cui Grindelwald parlando con Queenie, ascoltato segretamente da Credence, rivela che Credence stesso fa parte della famiglia dei Silente. Stop.

In definitiva se è la ricerca di identità che pesa sulla scelta di Credence questa scelta doveva pesare in virtù di sapere di essere stato rifiutato dai Silente, questo poteva sganciarlo da Nagini verso Grindelwald. Facendo così diventare la ricerca di identità la linea B della narrazione e non l’ennesimo focus principale.

Ne I segreti di Silente il problema del doppio focus, purtroppo, rimane. La struttura del main plot è quella del film precedente.

La struttura de I crimini di Grindelwald regge sul triangolo Theseus, Lita e Newt. Se noi lo visualizziamo una volta che muore Leta ci ritroviamo con i soli due fratelli Theseus e Newt: questo è il passaggio veramente geniale tra il capitolo secondo e il capitolo terzo della saga. Usare la stessa medesima struttura delle coppie sostituendole però con le coppie di fratelli. Il sacrificio di Leta fa sì che spariscano le coppie innamorate tranne quella di Newt e Tina che fa da perno. Il modello dicevamo prima del TRA.

I Segreti di Silente, infatti, non a caso si apre proprio con un sacrificio: quello di uno dei due qilin gemelli; quindi, il sacrificio di Leta rivive in uno di loro. Basta ricordare la battuta che l’obscurus è un gemello, l’unico amico. Mamma qilin partorisce due gemelli uno dei quali viene sacrificato da Grindelwald per i propri scopi manipolativi. Pertanto, passiamo dall’amore di coppia all’amore fraterno rimanendo però sempre nell’ottica del sacrificio: cioè in entrambi gli amori affinché siano veri con la vu maiuscola è necessario che in quell’amore venga compreso, preso con sé, anche l’idea del sacrificio. E allora vediamo le coppie di fratelli: Theseus e Newt, Tina e Queenie, Aberforth e Silente, Yusuf e Leta (anche se sono fratellastri), passiamo, quindi, lo ribadiamo, per sottrazione attraverso il sacrificio di Leta, allo scontro diretto tra fratelli.

Prima lo scontro tra coppie adesso tra fratelli. L’obscurus che prima vedevamo in uno dei due della coppia adesso lo vediamo in uno dei due fratelli, e sarà stavolta l’amore fraterno a dover guarire, risolvere, l’obscurus dell’altro fratello là dove non è riuscito l’amore di coppia.

E anche qui abbiamo un triangolo: mentre prima avevamo il triangolo Theseus-Leta-Newt qui abbiamo un altro triangolo che è il triangolo Silente Credence/Ariana Aberforth e qui si rinnova il problema del focus principale della storia.

La storia doveva essere incentrata sul duello tra Credence e Silente proprio in virtù della profezia, quindi della battuta che era stata tagliata ne I crimini di Grindelwald. Il duello terribile tra Silente e Credence (costui pieno di risentimento per essere non riconosciuto, ma anche alla ricerca dell’amore non avuto). Terribile per due motivi: il primo perché la profezia chiaramente diceva che un obscuriale sarebbe riuscito a distruggere Silente; il secondo perché in Credence Silente non può non vedere l’altro obscuriale della sua famiglia del quale lui stesso è responsabile della morte: la sorella Ariana.

Qui si ripete quello che si è ripetuto ne I crimini di Grindelwald Silente si sostituisce simbolicamente a Leta, cioè porta in sé, dentro di sé, un senso di colpa per aver contribuito in qualche modo all’uccisione di un fratello: Leta di Corvus, Silente di Ariana.

Nel duello sarebbe dovuto intervenire anche Aberforth così come accaduto nel combattimento nel quale è rimasta uccisa Ariana con la rivelazione però che Credence è suo figlio. Per scoprire, poi, che la profezia era incompleta, per un qualche motivo x. Perché Silente non muore.

Il confronto tra i fratelli Albus e Aberforth che si ritrovano dinnanzi a sé una sorta di reincarnazione di Ariana quindi un obscuriale per giunta figlio di Aberforth stesso, avrebbe potuto innescare tantissimi significati per cui la battuta: ‘combattere, ma per proteggere’ alla fine del film qui sarebbe stata perfetta. Difendersi da Credence per non esserne uccisi e al tempo stesso riconvertire l’obscuriale. Riuscire a prendere con sé quell’obscurus di odio attraverso un’azione di perdono da parte di Credence e di perdono da parte di Aberforth, ricomponendo l’assetto familiare incrinato dalla morte di Ariana.

Il triangolo dell’amore di coppia centrato su Leta sarebbe stato sostituito dal triangolo dell’amore fraterno e filiale il cui centro sarebbe stato Silente. Sarebbe stata una bomba!

Ma cosa è successo? Anche qui si sono scontrati due focus narrativi principali che si oppongono. Incentrando tutto sul far sì che Grindelwald non attuasse i suoi piani e quindi non diventasse il mega Presidente di tutto il mondo magico facendo poi in modo di spezzare il patto di sangue.

Questo è il motivo per cui ci troviamo a commentare una scaletta abbastanza scarna e insipida nella quale mettere noi tutto il racconto.

Il punto essenziale è che Grindelwald è l’obscurus di Silente da qui il motivo per il quale il qilin si inchina davanti a Silente definendolo puro.

Puro di cuore non vuol dire pienezza di cuore come dicevamo prima. Silente è un po’ la quintessenza sia del secondo che del terzo capitolo della saga. Puro è colui che ha compreso che non ci si può innamorare di qualcosa di sbagliato: per cui diventa un dovere combattere sé stessi. Questo perché Grindelwald è la personificazione del suo obscurus che è sete di potere, che è sete di manipolazione, tutte le cose negative che possiamo riconoscere all’interno della saga di Harry Potter. E che vengono ricondotte verso un giusto fine una giusta causa, in quel fai ciò che è giusto e non ciò che è più facile.

Questa è la purezza di cuore: la purezza di chi conoscendo i propri limiti, conoscendo i propri aspetti negativi li combatte con tutte le forze affinché vengano espulsi da sé.

I fratelli avrebbero dovuto scontrarsi perché l’amore fraterno può tirar via l’obscurus. La mancanza di Leta tra Theseus e Newt avrebbe dovuto portare alla crisi tra i due, ad esempio. E Newt avrebbe imparato di più cosa vuol dire accudire un essere umano e non solamente gli animali fantastici.

Questo è uno dei motivi per cui Tina è mancata nel film, l’equilibrio di tutta la saga si fonda su Tina e Newt. Sarebbe spettato a Tina strappare Queenie a Grindelwald. D’altro canto, Newt ha imparato ad amare in qualche modo Tina e quindi comincia a uscire da sé stesso. Aadesso è chiamato a fare un passo in più: amare anche il proprio fratello che è l’opposto di lui. Quindi non basta semplicemente andarlo a liberare in quella specie di prigione. La scena è molto divertente, ma ridicolizza un po’ quello che doveva essere la relazione tra i due con Leta morta.

È quello che doveva fare anche Yusuf fratellastro di Leta che una volta persa la sorellastra la riacquista come vera sorella, ricordando la battuta di Silente ‘vero fratello o vera sorella’: andando a ottenere giustizia. Passare quindi da vendicatore della sua famiglia a difensore della sua famiglia. Per questi motivi non può essere Jacob a recuperare Queenie, doveva essere Tina a riprenderla perché altrimenti salta il focus principale.

Avremmo avuto veramente due capitoli di una saga geniale, dal potenziale incredibile e altrettanto incredibilmente gettata alle ortiche.

Così invece rischiamo di perdere anche il senso molto profondo della battuta che dice Newt riferendosi a Grindelwald verso la fine cioè che lui vuole essere seguito non vuole guidare.

Ecco questo ci mette in guardia su chi ci dovrebbe guidare, in guardia dell’essere vittime di una grossa manipolazione che ci fa pensare che ciò che è male sia bene, manipolando cioè che è puro.

Il male va’ combattuto sempre dentro e fuori di sé. Fare ciò che è giusto rispetto a ciò che è facile è proprio questo: il fatto che spesso nella maggior parte dei casi ci teniamo il nostro proprio personale obscurus.

Nell’atto di manipolazione di Grindelwald ci viene detto che la peggiore delle dittature non è la dittatura che possiamo intuire in prima battuta, ma è quella che ci fa credere di essere liberi, quella che cioè riesce a manipolare ciò che dovrebbe essere puro per fa sì che questa purezza accondiscenda a degli scopi che sono tutt’altro.

Che ci fa pensare di essere liberi, quando liberi non lo siamo per nulla.

Irvin Gotta
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[1] Regazzoni S., La filosofia di Harry Potter. Vivere e pensare con un classico contemporaneo, Firenze, Ponte alle Grazie, 2017, p. 25

[2] ivi, p. 20

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